ARIA DI PRIMAVERA / FRUHLING IM RAHMEN
"la prima pioggia d’aprile che senti battere sul tetto ti dà ristoro e distensione, ritrovi un amabile sonno e poi, al mattino, il desiderio di andare, di uscire fuori a camminare in libertà e senza una meta perché la primavera non ha confini”. (Mario Rigoni Stren)
Così scrive Il grande scrittore asiaghese ed errare per le montagne in questa stagione effettivamente produce emozioni forti e particolari. Nei boschi sotto il mio "altopiano delle meraviglie", lo Sciliar, Schlern, le neve si è sciolta da poco più di due settimane lasciando evidenti e pesanti i segni del suo passaggio.
Piccole frane e smottamenti, alberi abbattuti, tronchi divelti sono un po' ovunque e sbarrano i sentieri. Queste terre rimarranno così desolate e selvagge fino a quando la mano ordinatrice dell'uomo non interverrà a restituire quella fisionomia che ci è familiare durante il periodo estivo. Al contempo, la forza vivificante della natura partecipa alla sua metamorfosi con un un tripudio di colori e fragranze che mozzano il fiato.
Camminando nei boschi, negli spazi aperti illuminati dal sole lungo le balze della montagna, vedo cascate di eriche giungere fino al limitare del sentiero, estendendosi poi a perdita d'occhio verso l'alto. Più avanti, sparsi quà là, i fior di stecco, profumatissimi quanto velenosi, specialmente per le loro bacche rosse che, in alcuni casi, possono risultare addirittura mortali. Mentre risalgo la montagna lungo un sentiero, tutto ad un tratto, mi compare davanti un capriolo maschio di ragguardevoli dimensioni. I nostri sguardi si incrociano e ci osserviamo. Poi d'improvviso fugge emettendo il suo rauco abbaiare (mi perdonino i puristi e gli esperti di montagna, ma il verso del capriolo mi è sempre sembrato una specie di sordo abbaiare). Ed ecco le epatiche, anemoni che un tempo venivano impiegati a scopi terapeutici, brillare come piccole stelle nel firmamento del sottobosco. Nel cielo, un falco ad ali spiegate disegna lenti anelli circolari; forse sta guatando qualche preda. Sopra la mia testa lo Sciliar giace addormentato nelle braccia gelide e candide dell'inverno.
Ecco un tipico fiore alpino: il fior di stecco, o Dafne Mezereo, molto profumato le cui bacche rosse sono però assai velenose
Epatiche: anemoni dalle proprietà terapeutiche
Un "mostruoso" serpente ingentilito da una piantina di erica
7 commenti:
Ho passeggiato nei tuoi luoghi guidata dalle tue parole.... ad occhi chiusi ho sentito il profumo dell'aria, l'"abbaiare" del capriolo, mi sono sentita piccola davanti allo Sciliar...
Stavo sognando qui ma avrei voluto essere lì!
@nonnatuttua. Avresti voluto essere qui e ... lo sei veramente perchè non c'è nulla di più reale della nostra fantasia. Ciao Andrea
La magia del Bosco e delle sue creature....
un saluto Frivoloamilano
i colori dei fiori mi fanno bene dopo mesi di stanza chiusa.
@Frivoloamilano. E' proprio come tu dici. Ciao a presto sui ns Blog
@Princy60. I colori dei fiori e le meraviglie della natura fanno bene a tutti e fanno apprezzare la vita, anche quando la sua strada è molto in salita.
Ciao a presto sui ns Blog
Le parole hanno confini perchè ce li abbiamo messi noi. I pensieri no , quelli no , come la primavera
un saluto
Luca
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