domenica 14 agosto 2011

SCILIAR: IL GIGANTE FERITO /SCHLERN: DER VERWUNDETE RIESE

Crollo

Ore 08:30, 11 agosto 2011: il primo crollo, sembra si tratti solo di qualche grando sasso accompagnato da una pioggia di detriti. Ore 10:30 la seconda frana, questa volta di dimensioni decisamente più importanti. Il tutto tra le guglie del Santner (2.414 metri di quota) e dell'Euringer (2.394 m), la bocca spalancata del "sauro addormentato", come l'ho sempre chiamato. Per fortuna nessun danno nè a persone, ad animali o a cose. Cinque alpinisti, impossibilitati a scendere a causa della frana, vengo recuperati dall'elicottero del soccorso alpino. Si parla di duemila metri cubi di roccia, una inezia per le dimensioni di questo gigante, ma nessuno ricorda da queste parti, almeno a memoria d'uomo, uno smottamento di questa portata. Fino a qui la cronaca ufficiale, ora parto con la mia personale.
Questa mattina salgo velocemente sullo Sciliar, Schlern e, poco dopo le 11:00, imbocco in discesa il sentiero dei camosci, Gamssteig, il più difficile dei percorsi dell'Alpe, "solo per escursionisti esperti" come recita il cartello che indica l'inizio del sentiero. Dopo poco i segni dell'accaduto appaiono molto chiari. Sono a qualche centinaio di metri in linea d'aria dalla frana e odo nel giro di un quarto d'ora due scariche di sassi. Andare avanti potrebbe essere pericoloso, quindi giro i tacchi e risalgo sull'altopiano. Raggiungo e scavallo il monte Petz (2.564 m ), mi porto sopra la scia provocata dal crollo, fra tracce di antiche valanghe. Non lontano vi è la Malghetta Sciliar, Schlernbödele. I bordi e i fianchi strapiombanti dello Sciliar, Schlern, sono costellati da numerose e vistose crepe, da macigni in bilico sparsi quà e là. Potrebbero cadere domani oppure fra un milione di anni, credo che nessuno possa affermarlo con certezza. Dentro queste fessure del terreno, che riparano dal vento, intanto la natura fa generosamente crescere delle distese di magnifici fiori di alta quota.
I praticanti del wanderung alpino forse potrebbero sentire un brivido dietro la schiena ascoltando questo racconto. Per ritrovare un po' di coraggio mi viene in mente Bàrnabo, il protagonista dell'omonimo romanzo di D. Buzzati con il suo grande amore per le montagne e per la loro straordinaria bellezza

"Non assomigliano veramente a torri, non a castelli né a chiese in rovina, ma solo a se stesse, così come sono, con le frane bianche, le fessure, le cenge ghiaiose, gli spigoli senza fine a strapiombo piegati fuori nel vuoto”.

Crollo 2

Crolli 3
Crolli 4
Crolli 5

6 commenti:

nonnatuttua ha detto...

Non ne avevo sentito parlare!
Penso che queste ferite che si prono nel cuore di queste splendide montagne aprano ferite anche nel cuore di chi le ama e le conosce quasi sasso per sasso!
Ancora di più l'accostarsi a questo gigante e comunque ad ogni manifesazione della natura richiede rispetto ed attenzione.... la montagna è quasi una metafora dell'uomo: anche colui che sembra indistruttibile e forte ha i suoi cedimenti e i suoi limiti!

Silenzi d'Alpe ha detto...

@nonnnatuttua. Cara Fausta, tutte le montagne sono coperte di cicatrici, che testimoniano la loro lunghissima vita, nè più nè meno come le rughe che compaiono con l'avanzare dell'età. La circolarità del tempo della Natura assegna a tutti un inizio ed una fine, cosa tutt'altro facile da accettare per i nostri cari, per noi stessi, per le cose a noi care. Se ci pensi, per le farfalle che svolazzano per i prati dell'Alpe e vivono pochi giorni, noi risultiamo essere antichi come le montagne, o forse più. Certo che se questi fenomeni dipendono invece da cambiamenti climatici indotti dall'uomo (se questo è vero), occorre allora decelerare e riflettere molto bene, prima di scoprirsi ad un punto di non ritorno.

Ciao un abbraccio e a presto sui ns Blog Andrea

loredana ha detto...

Davvero bello il tuo blog, tutto dedicato a questa stupenda zona dolomitica. Belle le foto, belle le descrizioni :-)

Ti seguirò con attenzione
Loredana

Silenzi d'Alpe ha detto...

@Loredana. Grazie della visita e sempre benvenuta ! Naturalmente sia sul Blog che ... sull'Alpe !!! Ciao Andrea

RobbyRoby ha detto...

ciao
mi piace molto il tuo blog.
Non sapevo di questa frana.
Sai ipo adoro l'alpe di siusi, durante le ferie ci sono stata parecchie volte. Posto da favola.

Silenzi d'Alpe ha detto...

@RobbyRoby. Ciao, benvenuta in questo piccolo spazio ! a presto