giovedì 24 gennaio 2008

IL CANTO DELLA TERRA / DAS LIED VON DER ERDE

Mahler1




Con l'animo affranto dal dolore della morte della sua giovane figlia e dalle cattive notizie sulla sua salute, Gustav Mahler decise di trovar rifugio nella quiete della montagne e precisamente a Dobbiaco, Toblach, in Val Pusteria. Si stabilì in Casa Trenker, trascorrendo parte del suo tempo in una semplice hütte di legno immersa nei boschi. Qui, nella pace silente delle Dolomiti, Mahler compose uno dei suoi più straordinari capolavori: il Canto della Terra, Das Lied von der Erde. I testi sono tratti da una antologia di liriche cinesi della dinastia T'ang (VII-X secolo), incentrati sui temi del dolore, della vita, della morte e della solitudine. Fra gli autori scelti da Mahler spicca Li-Tai-Po, uno dei maggiori poeti di quel periodo. L'ultimo Lied, che sotto riportiamo, è Der Abschied, frutto della fusione di due componimenti di Mong-Kao-Yen e Wang-Wei. Facendo questo, desidero rivolgere un affettuoso pensiero a coloro che ci hanno lasciato su questa terra.

Der Abschied

Discende il sole dietro la montagna.
Cala la sera sopra ogni vallata
Con le sue ombre piene di frescura.
Guarda! Come una barca argentea scivola
La luna nell'azzurro lago del cielo.
Avverto il soffio di un lieve vento
Nell'oscurità dei pini!

Canta il ruscello nel buio, pieno di armonia!
Impallidisce, al crepuscolo, il colore dei fiori.
Respira la terra piena di pace e di sonno,
Ogni desiderio cerca ora il suo sogno.
Gli uomini, stanchi, ritornano a casa,
per ritrovare, nel sonno, giovinezza
e felicità perdute!
Gli uccelli posano silenziosi sui rami.
Il mondo si addormenta!

Un soffio fresco spira fra i miei pini.
Io resto qui e aspetto il mio amico;
Lo aspetto per l'ultimo saluto.
Come vorrei, amico, godere al tuo fianco
Della bellezza di questa sera!
Dove indugi? Mi lasci a lungo in solitudine!
Erro qua e là con il mio liuto
Su sentieri colmi di tenera erba.
O bellezza! O mondo ebbro di amore eterno, di eterna vita!

Discese da cavallo porgendo la bevanda
Del congedo. Gli chiese quale fosse la sua meta
E perché doveva partire.
Parlò, e la sua voce era velata: Amico mio,
in questo mondo avversa mi è stata la sorte!
Dove vado? Io vado e m'incammino verso i monti.
A cercare pace per il mio cuore solitario.
Ritorno alla mia terra natale, la mia patria!
Non andrò più errando in paesi stranieri.
Tace il mio cuore e attende la sua ora!

La cara terra dappertutto
Fiorisce in primavera, di verde
Sempre si ricopre! Dappertutto e per sempre
Azzurro splende l'orizzonte!
Per sempre... per sempre ...





Die Sonne scheidet hinter dem Gebirge.
In alle Täler steigt der Abend nieder
Mit seinen Schatten, die voll Kühlung sind.
O sieh! Wie eine Silberbarke schwebt
Der Mond am blauen Himmelssee herauf.
Ich spüre eines feinen Windes Wehn
Hinter den dunklen Fichten!

Der Bach singt voller Wohllaut durch das Dunkel.
Die Blumen blassen im Dämmerschein.
Die Erde atmet voll von Ruh und Schlaf,
Alle Sehnsucht will nun träumen.
Die müden Menschen gehn heimwärts,
Um im Schlaf vergeßnes Glück
Und Jugend neu zu lernen!
Die Vögel hocken still in ihren Zweigen.
Die Welt schläft ein!

Es wehet kühl im Schatten meiner Fichten.
Ich stehe hier und harre meines Freundes;
Ich harre sein zum letzten Lebewohl.
Ich sehne mich, o Freund, an deiner Seite

Die Schönheit dieses Abends zu genießen.
Wo bleibst du? Du läßt mich lang allein!
Ich wandle auf und nieder mit meiner Laute
Auf Wegen, die vom weichen Grase schwellen.
O Schönheit! O ewigen Liebens - Lebenstrunkne Welt!

Er stieg vom Pferd und reichte ihm den Trunk
Des Abschieds dar. Er fragte ihn, wohin
Er führe und auch warum es müßte sein.
Er sprach, seine Stimme war umflort: Du, mein Freund,
Mir war auf dieser Welt das Glück nicht hold!
Wohin ich geh? Ich geh, ich wandre in die Berge.
Ich suche Ruhe für mein einsam Herz.
Ich wandle nach der Heimat, meiner Stätte.
Ich werde niemals in die Ferne schweifen.
Still ist mein Herz und harret seiner Stunde!

Die liebe Erde allüberall
Blüht auf im Lenz und grünt
Aufs neu! Allüberall und ewig
Blauen licht die Fernen!
Ewig... ewig...




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  • 1 commento:

    Sciura Pina ha detto...

    Grazie per la citazione