venerdì 10 giugno 2011

DALLA MONTAGNA PIATTA ... AL SASSOPIATTO

Langkofel 1
Il Sassopiatto, Plattkofel, come appariva pochi giorni fa

Effettivamente è così: dalla Montagna Piatta al Sassopiatto, Plattkofel, il passo è breve ... ma la distanza è lunga !!
Di ritorno all'Alpe, dopo un lungo periodo di assenza, trovo la primavera nel pieno esercizio delle sue funzioni, proprio come l'avevo lasciata in Finlandia. Le mucche saliranno qui alla fine di questa settimana, non si è ancora fienato, e, nell'erba alta dell'altopiano, appaiono straordinarie distese di fiori di alta montagna. Un tripudio di forme e colori che lasciano senza fiato. Ma un'altra divertente attività si può fare in questa parte dell'anno: aprire nuove vie in stile estivo. Mi spiego meglio: il gioco consiste nel raggiungere tutte quelle vette o forcelle che durante la stagione calda siano di facile ascesa, cercando ora però un passaggio fra i numerosi nevai ancora presenti. La acquosa neve di giugno rende faticosa ma soprattutto pericolosa la salita o l'attraversamento di ripidi e lunghi tratti innevati. Si può scivolare, farsi male, forse anche peggio. La regola è quindi chiara: se non si trova il modo di procedere via terra si torna indietro, pena la squalifica a vita ! (e soprattutto per non rischiare in alcun modo che il tempo di squalifica possa diventar ... breve !!!)
Decido quindi la mia prima impresa, il Sassopiatto, Plattkofel 2958 msl. Mi informo e scopro che fino ad una decina giorni fa, 40 cm di neve rendevano assai ardua la salita. Pare che 3 tedeschi abbiano raggiunto la vetta l'altro ieri lamentando però, pare e sempre pare, il faticoso attraversamento di un qualche nevaio.

Parto quindi di buon mattino alla volta del mio "primato personale stagionale". L'Alpe è deserta i rifugi che incontro lungo il cammino sono ancora chiusi. Risalgo la Valle delle Marmotte in un silenzio assoluto. In questo luogo, di solito, risuonano i fischi di questi simpatici animali, ma oggi non ve n'è traccia. Sembra che la stagione turistica non sia cominciata neppure per loro. Arrivo al rifugio del Sassopiatto, Plattkofelhütte a 2300 msl, ai piedi dell'attacco della montagna. E' aperto, il gestore sta facendo colazione con i figli. Prendo un bollente caffè e inizio la mia ascesa. Il tempo è variabile, il sole gioca a nascondino fra le nuvole, trecce di nebbia argentea mi sorvolano.

Langkofel 2

A poco più di un terzo del percorso, il labile sentierino si inabissa in un nevaio, segnato da tracce che confermano il recente passaggio di scarponi. Lo costeggio, mi inerpico fino a trovare l'agognato varco e proseguo, zig-zagando fra pietraie e gradoni di roccia. Poco sotto l'anticima mi fermo a riposare alcuni istanti. Un sottile sgomento pervade allora il mio animo. Sono da solo su di una montagna che sovrasta un'Alpe pressocchè deserta. Guardo il cellulare: il campo segna zero. Se scivolo e cado si verrà a sapere quando arriveranno i primi turisti, attesi forse ai primi di luglio. Lo sgomento si trasforma in angoscia, tende al panico. Alzo lo sguardo verso il cielo: due falchi volano sopra la mia testa. Li conosco da anni, sono una coppia che ha il nido da qualche parte a mezza montagna, li ho sempre visti in questi luoghi. Data la situazione sembrano due avvoltoi che aspettano, con una certa impazienza, il mio errore fatale. La cosa mi fa sorridere e mi ridà il buon umore. Si continua.

Langkofel 4Langkofel 5

Arrivo all'anticima; sotto appare la forcella del Sassolungo dominata da una impressionante serie di pareti a strapiombo dalle quali spuntano nevai quasi verticali. Tutte le vette sono avvolte da grigie coltri e fra i vapori scorgo la croce che segna la mia meta.

Langkofel 6

La raggiungo ma la nebbia si infittisce sempre di più. La vetta è sempre una visita breve, ma la mia è destinata a diventare una visita-lampo (soprattutto quando si ode poco dopo il tuono e occorre andarsene veloce come il fulmine). Comincia a grandinare con chicchi piccoli e minuti, la nebbia tende al color della pece. Decido di essere molto interessato a scrivere queste brevi note, seppur banali; la cosa davvero importante è poterlo fare. Nella fretta della discesa mi graffio una mano su di una roccia. Quando mi trovo circa trecento metri più in basso riappare il sole in un cielo che diventa all'improvviso del color del cobalto. Mi fermo a riposare e pranzo con una lunghissima sorsata d'acqua. Non ho portato nulla da mangiare, certo che l'abbondantissima colazione mattutina mi avrebbe preservato da qualunque stimolo alimentare fino al tardo pomeriggio. Vengo giù lentamente con animo leggero e rilassato.

Langkofel 9

Arrivato ai primi ciuffi verdi di erba mi accorgo che una fitta coltre di nebbia mi segue a rispettosa distanza, giusto per ricordare come l'intervallo di visita alla montagna sia già finito. Il ritorno mi riserva ancora sorprese; la Valle delle Marmotte brulica di questi animali in fervente attività. Due di essi mi corrono incontro, in completa contraddizione con la naturale ritrosia degli esemplari di questa razza che spesso rendono vani gli avvicinamenti per scopi fotografici. Possibile che sia proprio io il primo essere umano ad essere attaccato da un branco di marmotte inferocite ? ! ? Si fermano a pochissimi metri e mi osservano perplesse. Da poco svegliate dal letargo invernale forse stanno cercando di ricordare a quale strana razza animale possa appartenere l'essere che si trovano davanti. Non sapendo come intavolare una conversazione, provo ad imitare il loro caratteristico fischio. Fuggono a gambe levate. Mi rimarrà il dubbio tutta la vita: chissà cosa gli avrò mai detto !

Langkofel 8
Langkofel 3
Langkofel 7

16 commenti:

mario ha detto...

ho letto passo dopo passo e mi sono immedesimato in questa salita che non è mai semplice perché la montagna non è mai facile, ne tantomeno banale.
E mi sono ritrovato in molte sensazioni e......

"L'amore è come l'ascesa alle montagne la cui cima non può offrire molto spazio al riposo:appena saliti bisogna ridiscendere"
Duca Di Lévis

Silenzi d'Alpe ha detto...

@mario. Grazie per la tua affettuosa presenza e per i tuoi commenti, sempre molto stimolanti. A presto con la prossima "impresa", la Forcella dei Denti di Terrarossa, Rosszähne ! Ciao Andrea

montagne sottosopra ha detto...

Ciao Andrea e bentornato, bellissimo racconto che ho letto tutto d'un fiato per sapere come andava a finire.
Emozioni che ritornano in mente con le tue parole. Attenderò anche il racconto dei Denti di Terrarossa che per me sono stati piuttosto accidentati , più o meno come il tuo racconto...........

Ciao
Luca

nonnatuttua ha detto...

Mi hai fatto venire i brividi.
Io ho letto con calma, guardando e riguardando le foto, cercando di immaginare il sentiero che percorrevi....non ho messo più di 6/8 minuti....poi ho pensato a quanto tempo poteva essere durata la tua scarpinata....nonostante il veloce ritorno!
Come al solito - ma mi fa piacere ripeterlo ogni volta - bellissime le foto!

Krilù ha detto...

Grazie per le bellissime foto e per il racconto della tua escursione che ho seguito con molta trepidazione, mentre mi tornava alla mente un mio terrificante, interminabile scivolone sulla neve mentre scendevo dal Rifugio Demetz verso il Vicenza.

Silenzi d'Alpe ha detto...

@montagne sottosopra. Ciao Luca, sono felice di avere tue notizie e ti ringrazio per il tuo gentile commento. Sono tornato da poco da Rosszähne e presto posterò quest'altra "avventura" !! Mandi Andrea

Silenzi d'Alpe ha detto...

@nonnatuttua. Ciao Fausta, sempre benvenuta !!! Per rispondere, la mia "scarpinata" è durata in tutto poco più di 5 ore e mezzo. Grazie di tutto e a presto sui ns Blog Andrea

Silenzi d'Alpe ha detto...

@Krilù. Grazie anche a te, sono commosso per l'affetto che traspare da tutti i vostri commenti. La Forcella del Sassolungo è escursione bellissima, ma da non fare per il momento, perchè vi è ancora molta neve. Infatti in inverno la ovovia che porta dal Passo Sella al Toni Demetz è chiusa per evitare il ripetersi dei tragici incidenti accaduti in passato. Ciao Carla grazie ancora e a presto sui ns Blog

frivoloamilano ha detto...

Bella e suggestiva "impresa" Andrea. Lapland sarà anche affascinante ma io di fronte a questa bellezza rimango stordito. La Montagna Piatta, la conosco abbastanza bene, percorsa più volte ma mai con neve e quindi è stato emozionante salire "assieme" a te che lo hai fatto con la giusta saggezza, per potercelo raccontare!
Alla prossima avventura allora. ;-)

ciao

Silenzi d'Alpe ha detto...

@frivoloamilano. Ciao Flavio, anche io ben felice di avere tue nuove. Comunque vedo dal tuo Blog che la malattia della "montagna", che ci accomuna, ti porta a fare bellissime "girate". Ciao e a presto sui ns Blog Andrea

Anna B. ha detto...

Meraviglioso immedesimarsi nelle tue foto e nel tuo racconto!
Carinissima l'immagine delle marmotte prima incuriosite e poi in fuga... Magari gli hai solo proposto una gara di corsa e stanno ancora aspettando il tuo arrivo! ^____^
A presto, Anna

Silenzi d'Alpe ha detto...

@Anna B.. Grazie Anna del tuo commento. Può sembrare sacrilego e fuori luogo spezzare la descrizione della magia della montagna con battutine ma il rischio dall'altra parte è quello di prendersi troppo sul serio. Non vorrei precipitare in un baratro, quello del ridicolo, molto più profondo della più verticale e strapiombante parete alpina !! Ciao e a presto sui ns Blog

Christomannos ha detto...

Bellissima descrizione Andrea, mi hai fatto rivivere ricordi ed emozioni lontani nel tempo ma vivissimi nel mio cuore. Il Sassopiatto una montagna che ho nel cuore e che ho salito sia dalla ferrata sia dal sentiero che hai percorso tu.
Un caro saluto
ciao
Mario

Silenzi d'Alpe ha detto...

@Christomannos. Grazie caro Mario. Purtroppo la ferrata che hai fatto, la Oskar Schuster, è ad oggi chiusa e non percorribile. Ciao e a presto sui ns Blog

Anna B. ha detto...

Dopo aver trattenuto il fiato tra fatiche e meravigliose visioni ci vuole anche un bel un sospiro sereno e spensierato... secondo me anche quello deve far parte della magia!
Nessun pericolo, si è sentita solo una ventata di simpatia.
Arrivederci!

Silenzi d'Alpe ha detto...

@Anna B.. Grazie per "la ventata di simpatia" ! In ogni caso meglio questo che prendersi troppo sul serio. Il mio motto è: senza mai perdere l'autoironia.

Ciao e a presto sui ns Blog