I VOLTI DELLA MONTAGNA / DIE GESICHTER DER BERGE
Dal rifugio Molignon, Mahlknechthütte, verso il rifugio Alpe di Tires, Schutzhaus Tierser Alpl: gennaio 2009
Ahimé, dove trovare, quando
È inverno, i fiori, e dove
Il raggio del sole,
E l’ombra della terra?
I muri stanno
Muti e freddi, nel vento
Stridono le bandiere.
Weh mir, wo nehm’ich, wenn
Es winter ist
die Blumen, und wo
Den Sonnenschein,
Und Schatten der Erde?
Die Mauern stehn
Sprachlos und kalt. Im Winde
Klirren die Fahnen.
(da/von Metà della vita / Hälfte des Lebens, F. Hölderlin )
Con questa poesia Hölderlin mostra i diversi aspetti della natura, contrapponendo la forza vitale dell'estate al silenzioso, Sprachlos, senza parole, gelo dell'inverno. Questa è una allegoria dell'esperienza dell'identità umana, dell' uno differente in se stesso, come dirà nell'Iperione, citando un frammento di Eraclito.
Spesso ci si accorge di quanto si cambia lungo le stagioni della vita; talvolta così profondamente da non riconoscere o collegare la propria identità passata con quella presente. Hölderlin si pone però il problema di tentare di raggiungere una serenità interiore che consenta di sopportare il dolore che accompagna la nostra esistenza, nei suoi momenti più ciechi e disperati, nel fallimento dei progetti a cui avevamo affidato il fondamento di noi stessi. Per arrivare ad ottenere questo equilibrio occorre accettare un percorso in cui l'io cambia continuamente, differenziandosi e perdendo pezzi di sè. E' un processo che mette in crisi il nostro essere inteso come una entità statica, dove l'adattabilità, il cui etimo significa aggiustare, accomodare ma anche connettere, e l'intelligenza, legare insieme, diventano sinonimi.
Un'altra allegoria di queste metamorfosi è quella di chi cammina errando per boschi e montagne: ci si svia continuamente per ritrovare il sentiero, per cercare di raggiungersi.
Dal rifugio Molignon, Mahlknechthütte, verso il rifugio Alpe di Tires, Schutzhaus Tierser Alpl: luglio 2008
4 commenti:
Nel cammino alla scoperta di se stessi ci si perde e si ritrova, si provano strade alternative e si ritorna indietro. Spesso ci si ferma per la paura di quello che si può trovare dentro di noi, o ci si fa prendere dall'affanno e si rischia così di perdersi davvero...
Capire che tutto questo è una cosa buona, che è un passaggio che - per quanto tortuoso - ha una sua direzione dà più sicurezza a quel movimento interiore che la natura, con le sue variazioni ci porge come esempio.
L'età poi, se si è vissuti con consapevolezza, permette uno sguardo sorridente e un'accettazione serena dello scorrere del tempo.
La poesia è molto bella!
Un saluto
Fausta
bellissimo post! adattarsi è la cosa più importante per capire e affrontare la vita: ma è, anche,la cosa più difficile.
@Nonnatuttua. Grazie per i tuoi commenti che cadono sempre precisi come la goccia del tuo logo di Blogger. A presto sui ns Blog
@Princy. Marina è proprio così ! Ricordo un tuo Post sull'adattabilità che cercherò quanto prima per rileggerlo e meditare. Ciao a presto sui ns Blog
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