mercoledì 29 agosto 2012

PUNTI DI VISTA / BLICKWINKELN

Schlern

Pochi giorni fa, mentre mi godevo il panorama da una delle punte estreme dello Sciliar, Schlern, uno strano rumore ha attratto la mia attenzione. Così mi sono accorto che due capre selvatiche arrampicate su di uno stretto cornicione di roccia si stavano sacrosantemente prendendo a cornate. Sotto di loro un baratro di mille metri che portava direttamente al paese di Siusi, Seis. I due litiganti, accortisi della mia presenza, hanno interrotto la loro tenzone fissandomi severamente con aria molto infastidita, quasi a dire : - Chi diavolo sei e cosa vuoi maledetto scocciatore, non vedi dunque che abbiamo da fare ? -. Gli ho subito risposto: - Ragazzi, io non conosco i motivi del vostro contendere e sono sicuro che abbiate delle valide ragioni in proposito. La domanda che vi pongo però è un'altra: siete veramente convinti che questo sia il posto giusto per discutere ? -.

Wilde Ziegen

giovedì 16 agosto 2012

STAMBECCHI NELLA NEBBIA / STEINBÖCKE IM NEBEL

Ibex

Una famiglia di stambecchi nel Parco Nazionale dello Stelvio

Incomincia a ondate, per rendere più spettrale il paesaggio dei 3000 metri. Come il sipario di un teatro, si diverte ora a nascondere ora a mostrare le scene di un immaginario spettacolo. Dapprima il Rifugio Mantova al Vioz (3545 m.), che troneggia verso la croce di vetta, poi il laghetto della Val delle Mite, un occhio alpino di smeraldo che si trova invece poco sotto di noi. Infine scende fitta, toglie ogni visibilità, ci avvolge come miele. Siamo incerti sul da farsi: ridiscendere, che si potrebbe fare, volendo, con la funivia di Pejo 3000, che in un batter d'occhio ci restituirebbe al caldo sole dei 2000 metri. Oppure attendere l'improbabile evoluzione degli eventi, che non sembra, al momento, dare speranze. All'improvviso dalla nebbia si materializza un gruppo di stambecchi: un maschio, una femmina e due cuccioli. Decidiamo di avvicinarsi, ci controllano con sospetto, si allontanano ma non fuggono. L'amoroso inseguimento dura a lungo, a volte sembra perfino che ci aspettino con pazienza. Alla fine, risaliti su di un alto costone di roccia che ha il profilo di un volto minaccioso, scompaiono nel nulla, inghiottiti da quella nebbia che li aveva generati.

Ibex 3

Ibex 2

.
Laghetto della Val delle Mite

giovedì 2 agosto 2012

FARFALLE ALPINE / ALPINE SCHMETTERLINGE

Schmetterilng 1

Tu, morbido volo di colore,
che dal paradiso venivi,
eccomi ora, al tuo silenzioso splendore!

Du farbig weiches Wehen,
Das mir vom Paradiese kam,
Ich bin jetzt auf Ihrem stillen Glanz !

(versi liberamente tratti e accostati da/von H. Hesse)

Schmetterilng 2

sabato 28 luglio 2012

ALL'ALBA / IM MORGENGRAUEN

Alba

Nel Giardino di Re Laurino all'alba di questa mattina all'Alpe

lunedì 23 luglio 2012

SILENZI D'ALPE / STILLE DER ALPEN 2012

Stille der Alpen 2012

Stelle dello Sciliar, Schlern, che crescono a 2500 mls.

sabato 23 giugno 2012

SILENZI FOR THE CURE

Silenzi for the Cure
Mountains for the Cure



Questo Blog aderisce alla campagna contro i tumori al seno e invita tutti a fare altrettanto. Metti, se vuoi, sullo zaino o sulla maglietta un piccolo stick adesivo come quello mostrato in foto. Costa poco e può allungare la vita. Le piccole pietre fanno le montagne



Un mondo senza cancro al seno
Ein Welt ohne Brustkrebs
A World without brest cancer



  • Komen Italia

  • Komen Deutschland
  • lunedì 28 maggio 2012

    LA FORZA DELLA NATURA / DIE KRAFT DER NATUR

    Die Kraft der Natur 

    Svelto dal suolo giace come un fuscello d'erba abbandonato in un prato;
    le radici rivolte verso l'alto che dondolano e scricchiolano ad ogni brivido di vento.
    Ascolto in silenzio il suo canto rauco ed angoscioso.
    Così, simili, scricchioliamo entrambi
    (liberamente tratto da/von H. Hesse)

    sabato 28 aprile 2012

    IL RESPIRO DELLE PIETRE / DER ATEM DER STEINE

    Solfatara

    Una fumarola della Solfatara di Pozzuoli in piena attività. In primo piano spicca il rosso rubino del Realgar, minerale a base di Arsenico e Zolfo

    Al tramonto di una giornata plumbea della scorsa settimana mi sono avventurato nella Solfatara di Pozzuoli, anticamente chiamata la Porta degli Inferi. Il cielo grigio che si confonde coi fumi dello zolfo e il vento gelido, fenomeni climatici cosi insoliti da queste parti, rendono ancora più spettrale questo territorio. Ci si inoltra avvolti da un silenzio primordiale fatto di rauchi brontolii e di densi vapori che si accumulano per poi diradarsi all’improvviso, spazzati via da folate capricciose, in un gioco che dura da migliaia di anni. Parrebbe logico, a questo punto, ritenere che un ambiente così ostile debba necessariamente inspirare un acuto senso di angoscia ai suoi frequentatori. La vera sorpresa è data, invece, dalla dolce serenità interiore da cui si è pervasi mentre ci si inerpica lungo questi dirupi che respirano e sembrano poterti inghiottire da un momento all'altro. In questo luogo di contraddizioni la natura stessa si smentisce: fra le fluttuanti cortine nebbiose sbuca qua e là rigogliosa la macchia mediterranea. Così come appare a nudo la nostra anima e può iniziare il dialogo con noi stessi, non diversamente da quanto accade a chi si spinge nelle alte quote. Per poi tornare dalle bollenti esalazioni al caldo respiro dell’umanità.
    Ecco quindi che sorge inevitabile la domanda: anticamera dell'Inferno o salotto buono del Paradiso ?

    Una terra col solo respiro delle pietre, deserta, con acque in ebollizione, coi resti di una storia disegnata nei vulcani spenti e semispenti; la regione più meravigliosa del mondo sotto il cielo più puro ed il terreno più infido

    Ein Land nur mit dem Atem seiner Steine, verlassen, mit kochenden Wassern, mit den Resten einer Geschichte, die in den erloschenen und halb erloschenen Vulkanen geschrieben steht; die wundersamste Gegend von der Welt unterm reinsten Himmel der unsicherste Boden.

    (da/von J.W. Goethe)

    giovedì 22 marzo 2012

    SOLTANTO BIANCO E GRIGIO E SILENZIO / NUR WEISS UND GRAU UND STILLE

    Bosco 1

    Nel labirinto dei rami aggrovigliati della nuda selva, soltanto bianco e grigio, e silenzio, silenzio.


    (liberamente tratto da/von H. Hesse)



    Bosco2


    Bosco 3

    martedì 14 febbraio 2012

    IL MONDO IMMERSO IN UN BAGLIORE BIANCO E BLU / DIE WELT IN BLAU UND WEISSEN GLAST

    Plattkofel


    Pronto alla discesa del rapido pendio,
    poggiato ai bastoncini, per un attimo mi soffermo
    e ammiro accecato quella vastità,
    il mondo sommerso in un bagliore bianco e blu,
    scorgo in alto muti cima a cima
    i monti solitari e gelati;
    di sotto perduto in quello splendore
    precipita di valle in valle il sentiero solo intuito.
    Sgomento rimango un istante,
    sopraffatto di solitudine e silenzio,
    per lanciarmi poi lungo il pendio scosceso
    in furia vertiginosa.

    Am hohen Hang zur Fahrt bereit,
    Halt ich am Stab für Augenblicke Rast
    Und seh geblendet weit und breit
    Die Welt in blau und weißem Glast,
    Seh oben schweigend Grat an Grat
    Die Berge einsam und erfroren;
    Hinabwärts ganz in Glanz verloren
    Durch Tal um Tal stürzt der geahnte Pfad.
    Betroffen halt ich eine Weile,
    Von Einsamkeit und Stille übermannt,
    Und gleite abwärts an der schrägen Wand
    Den Tälern zu in atemloser Eile.


    (da/von H. Hesse)

    martedì 31 gennaio 2012

    SILENZI D'ALPE IN INVERNO/ DIE STILLE AUF DER SEISER ALM IM WINTER

    Huette


    Una placida Hütte immersa nella neve con le orme di un capriolo di passaggio

    sabato 7 gennaio 2012

    DER SCHNEESTURM IN DEN ALPEN

    
    Silenzi d'Alpe 2012: una tempesta di neve ... con i fiocchi !!!

    sabato 31 dicembre 2011

    STORIE DI INVERNO / WINTERGESCHICHTEN

    Fuoco 1


    D'inverno, la sera ci si raduna davanti al fuoco raccontando tutte le storie che non esistono, quelle dimenticate sotto il pavimento, gli infiniti universi paralleli che circondano la nostra esistenza, che ci sfiorano senza appartenerci. Fuori le nuvole biancheggiano fluttuando fra le montagne scure, la luna trascina nel cielo la sua barca di argento.
    Arriverà questa notte una grande nevicata ? Tutti la desiderano (i bambini la aspettano inquieti) perchè ricopra l'anno vecchio e presenti quello nuovo candido e immacolato. Nulla è più caduco e fragile di un fiocco di neve. Quando cerchi di afferrarlo, è come il tempo, ti sfugge dalle dita.

    Tanti Auguri di Buon Anno a tutti

    Glückliches neues Jahr für jeder



    Schlern

    Lo Sciliar, Schlern, nell'ultimo, sereno, tramonto dell'anno

    domenica 6 novembre 2011

    OLIVE 2011

    Olive 2011

    Ogni anno a quest'epoca, seguendo un'antica consuetudine familiare, raccogliamo le olive in un piccolo podere che abbiamo in Maremma. Naturalmente è anche un'occasione per incontrarsi e passare un poco di tempo insieme.
    Non tutti però si dedicano ai lavori agricoli. C'è chi passa il tempo in altra maniera ... vivace!! Guardare il breve video per credere !!! Dopo 9 settimane ...

    Ora buona
    Nella pace del giardino
    la ricchezza del mondo è ancora dinnanzi a me,
    se tutto mi è destinato
    tutto mi appartiene.

    Rimango sconcertato
    e non oso muover un passo
    che i profumi non svaniscano
    e con essi la mia ora buona


    Gute Stunde
    Noch liegt im Gartenfrieden
    die reiche Welt vor mir,
    ist alles mir beschieden,
    gehöret alles mir.

    Benommen bleib ich stehen
    und wage keinen Schritt,
    dass nicht die Düfte verwehen
    und meine gute Stunde mit.

    (da/von H. Hesse)





    Olive 2011 bis

    sabato 29 ottobre 2011

    L'UMILE SPLENDORE DELL'AUTUNNO

    Autunno 1

    L’autunno mi è caro per la sua calma bellezza, per il suo umile splendore (A. Puskin)

    vedi: La calma bellezza dell'Autunno

    Autunno 2

    Autunno 3
    Autunno 4

    venerdì 14 ottobre 2011

    LA VITA / DAS LEBEN

    Il parto


    Già da qualche giorno la pancia era molto grossa e che oramai mancasse poco all'evento era cosa evidente. Così l'altra mattina apro l'uscio di casa e non la trovo al solito posto. Qui gatta ci cova (è proprio il caso di dirlo !). Mi avventuro tra le frasche del giardino per cercarla. Ad un tratto sento dei miagolii forti e decisi, eccoli ! Avevo preparato un cestino di vimini imbottito di morbide coperte nella speranza che l'utilizzasse. Invece il suo istinto silvestre ha prevalso. Si è preparata un nido di foglie nel folto della siepe. Sono due micini che urlano il loro benvenuto alla vita. Vado a prendere del latte e lei mi segue zoppicando. Lo porto al suo ricovero di fortuna così si può riaccuciare. Dopo un'ora ne fa un terzo, poi un altro, a fine giornata sono cinque deliziosi cuccioletti. Decisamente un evento ... prolifico !!
    Passano un paio di giorni e sempre di buon mattino odo un pianto disperato, questa volta di un maschio adulto. Ha la gola completamente squarciata, profonde ferite sul petto e su di una zampa. Non è il risultato di un combattimento fra gatti, però immagino già cosa possa essere successo. Chiamo immediantamente un veterinario, mi risponde che non può venire, almeno per il momento. Provo con un secondo, sta operando un cavallo, un terzo, non mi risponde. Non so cosa fare, per fortuna mi richiama il primo: ora è disponibile a venire immediatamente. Quando arriva mi conferma quello che avevo pensato: è stata una volpe, i segni dei morsi sono inequivocabili. Lo trasportiamo di corsa al suo ambulatorio, viene posto sotto la tenda di ossigeno con una flebo; è la cronaca di un finale già scritto, senza possibilità di appello.
    Come siano veramente andate le cose è una delle mille storie dei microcosmi paralleli che sfiorano le nostre vite che nessuno potrà dire mai. Certo è difficile pensare che un animale per natura sospettoso si faccia sorprendere in questo modo. Forse ha difeso il territorio, oppure i cuccioli che costituivano una preda molto appetibile. Se ci fosse stato il fratello più grande, un gattone molto grosso e quindi un brutto cliente anche per una volpe affamata, tutto questo probabilmente non sarebbe accaduto. Lui era di piccola taglia, completamente inadeguato ad affrontare la violenza occasionale e feroce della vita, come la maggior parte di noi. Ha scelto la via del coraggio e della dignità come alcuni di noi hanno saputo e sanno fare.

    Leben(=vivere), lieben(=amare), leiden (=soffrire) sono temini che si ottengono attraverso piccole sostituzioni/inversioni delle lettere componenti queste parole. Tale contiguità lessicale sembra simboleggiare quella temporale propria dell'esistenza.



    il cuore è colmo ma la vita è breve ...
    Un figlio della terra
    sembro io; fatto per amare, per soffrire



    voll ist das Herz, aber das Leben ist kurz ...
    Ein Sohn der Erde
    Schein ich; zu lieben gemacht, zu leiden

    (da/von F. Hölderlin)

    gattini
    Appena nati

    Dopo una settimana

    martedì 13 settembre 2011

    RACCONTO FANTASTICO / EINE FANTASTISCHE GESCHICHTE

    Eine fantastiche  Geschichte 1

    Lo Sciliar, Schlern. A sinistra il Monte Petz, a destra, quasi alla fine dell'Altopiano il Burgstall. Al centro si riconosce con il suo classico andamento a zig zag la via dei Turisti, Touristenweg,

    Da casa al piccolo parcheggio di scambio sotto il Monte Petz erano pochi colpi di pedale delle mia bicicletta. Poi occorreva prendere la funicolare verso la Stazione di base, Prossliner, e dopo un altro quarto d’ora circa a piedi ero arrivato sul luogo di lavoro. Il tragitto era corto, piacevole e soprattutto mi evitava, dopo il tragico incidente, di dover ripercorrere quei lunghi tornanti che dallo Sciliar portavano all’Alpe. Tante volte la sera, alla fine di una intensa giornata, mi piaceva sostare al Caffè Monte Petz, seduto sulla terrazza panoramica a rimirare le luci della popolosa città di Seiser Alm che brillavano fino a ridosso del Sassolungo, sovrastate dalla sua scura presenza. Vivevo nel quartiere residenziale di Sciliar, fatto di viuzze strette e case basse di legno. La mia era una di quelle vicino al Burgstall, quasi sulla punta dell’altipiano. Con me l'anziano padre, ultranovantenne, e un bimbo di 10 anni, mio figlio, che non parla. Quella mattina, la madre, mia moglie, lo aveva portato a scuola a Seiser Alm con la macchina. Già da tempo alcune voci si erano levate contro l’edificazione di case sui fianchi della montagna, realizzate in fretta senza considerare la stabilità del terreno e molto di più si disse dopo. Sta di fatto che una di queste, ancora in costruzione, crollò improvvisamente e un torrente di pietre e detriti invase la strada proprio durante il loro passaggio, travolgendoli in pieno. Una mano invisibile doveva averlo protetto, perché fra i resti irriconoscibili del mezzo lui non si era fatto che poche escoriazioni. Però da allora non aveva più proferito parola, muto con uno sguardo velato di malinconia che stringeva la mia anima in una morsa. I suoi occhi mi chiedevano continuamente: – Perché ? – ed io non ero riuscito mai a preparare un risposta convincente, né per lui né per me. A parte tutto questo, la nostra vita procedeva semplice e tranquilla, come quella di tanti in situazioni analoghe.
    Eine fantastiche  Geschichte 2bis
    "La popolosa città di Seiser Alm"


    Eine fantastiche  Geschichte 3
    "Il Burgstall"

    Quella sera di inizio dell’autunno non era diversa dalle altre. Mio padre, al termine della nostra solita cenetta, si era seduto sulla sua poltrona preferita dedicandosi completamente ad una attenta lettura del giornale che avevo dianzi portato. Dopo aver rigovernato le poche stoviglie utilizzate per il desinare, ero rientrato nel salotto chiudendo alle mie spalle la porta della cucina. Il mio anziano genitore era ancora intento a leggere le notizie del quotidiano, cosa che faceva scuotendo continuamente la testa con energia. Probabilmente era contrariato dalle osservazioni contenute in qualche articolo. Ad un tratto, alzando lo sguardo sopra la mia persona, sbottò:
    – Ormai non si può più vivere sotto i duemila metri ! –
    – Non è del tutto vero, papà – risposi – Oggi vi sono persone che vivono a 1500 metri e molti medici affermano che a mille metri è ancora possibile abitare –
    – E secondo te quelli che “vivono”, come dici te, a 1500 metri ci arrivano alla mia età ? –
    – No, io non lo penso proprio –
    – Ecco quindi che ho ragione !! – proseguì con un gesto di stizza – Io ho sempre vissuto a duemila metri, ma allora era una scelta, oggi è un obbligo imposto da un’umanità scellerata che ha ammalato questa nostra terra ! Ora viviamo una vita da miserabili, naufraghi dell’alta quota !! Siamo già però sulla cima dell’albero maestro, dove andremo dopo, dove andrete ? – poi, infervorandosi sempre di più – E continuano peggio di prima ! Se avessero costruito le case con un minimo di discernimento, se avessero lasciato Touristenweg così come era invece di trasformarlo in una super strada senza senso, oggi tua moglie sarebbe viva, tuo figlio parlerebbe !! –
    – Papà, tu non devi parlare così – dissi abbassando il tono delle voce – non così, non davanti a lui –
    Mio padre socchiuse gli occhi in silenzio, sentivo ansimare il suo petto, percepivo il turbinio delle emozioni che vorticavano furiosamente nel suo animo. Riaprì lentamente le palpebre, sbattendole più volte, riprese la conversazione con voce grave e monocorde : – Ieri ho visto una coppia di aquile volteggiare proprio sopra Rosszähne. Erano anni che non vedevo uno spettacolo simile, quello è un luogo ancora buono. Ricordati infatti che tra l’Alpe di Tires e noi c’è l’ultimo dei sentieri di montagna, che quelli lì, per ora, non possono toccare.–
    Era vero, dopo i noti fatti si era costruito molto poco e quella zona era rimasta “selvaggia”, quasi come un tempo.
    – Mi dicono che vi siano ancora delle marmotte, – seguitò – devi portarlo laggiù, solo i silenzi delle montagne possono guarire il suo mutismo, questa costrizione che lo attanaglia, dimmi che lo farai !! Devi promettermi che lo farai !!! -
    Era rosso in viso, il corpo contratto dall’agitazione, un parossismo che poteva divenire deleterio per la sua tarda età.
    – Devi stare tranquillo papà. – appoggiai delicatamente la mia fronte contro la sua accarezzandogli lentamente i capelli – Buono, non agitarti, così non aiuti nessuno e puoi farti solo del male. Tu sai che io l’ho portato da tutti gli specialisti, i migliori che ho potuto trovare sulla piazza. Sono almeno vent’anni che non ci sono più marmotte sull’Alpe, papà, non illudiamoci, non illudiamolo.–
    Continuavo ad accarezzarlo teneramente e alla fine sembrò assopirsi. I lineamenti erano tornati distesi ed un sorriso fra il gioioso e il beffardo apparve sul suo volto. Dormi, sogna pure, papà, cullati nel tuo passato mio dolce bambino, fatto di vagabondaggi senza meta per le montagne, il Wanderung come tu lo chiamavi e di silenzi alpini. Lascia a noi questo presente incerto, questo futuro di poche speranze. Gli aggiustai alla meglio la copertina che aveva sulle ginocchia e mi diressi verso mio figlio, che giaceva immoto sul divano, lo sguardo rivolto al soffitto.
    – Ehi, vecchio mio, vieni con me –
    Lo presi per mano, lo portai di fronte al davanzale e spalancai la finestra. Subito l'aria fresca della notte irruppe nella stanza. Con un braccio gli circondai le spalle, mentre l’altro era teso verso l’oscurità.
    – Ti immagini questo – gli sussurrai piano – Ti immagini questo coperto di erba ? –

    FINE DELLA PRIMA PARTE

    Eine fantastiche  Geschichte 5
    "Dal Burgstall verso la punta dell'Altopiano"
    Eine fantastiche  Geschichte 4
    "Dalla terrazza panoramica del Caffè Monte Petz verso i Denti di Terrarossa, Rosszähne "

    Eine fantastiche  Geschichte 6
    "I contrafforti finali dell'Altopiano verso Siusi, Seis am Schlern"

    giovedì 1 settembre 2011

    SOMMERWANDERUNG

    GrasleitenKessel 1
    La Conca del Principe, Grasleitenkessel, vista da lato del Passo Molignon

    La capricciosa instabilità meteorologica che fino a poco tempo fa dominava l'estate sembra ormai concedere una tregua. Si può quindi pensare di fare qualche escursione più impegnativa senza temere il rischio di poco piacevoli, spesso pericolose, intemperie di alta quota. Decido quindi di compiere uno dei classici giri, magari un po' lungo ma senz'altro appagante per la straordinaria bellezza dei luoghi visitati.
    Parto di buon mattino dopo la mia consueta colazione energetica non meno ardita dell'impresa che mi aspetta. Uova con lo speck, formaggio, pane appena sfornato, succo di mela (Apfelsaft di Siusi !!), caffè a volontà, torta e biscotti. Obbiettivo: traversare l'Alpe, salire la Forcella dei Denti di Terrarossa, Rosszahnscharte, arrivare all'Alpe di Tires, Tierser Alpl, raggiungere il passo Molignon, Molignon Pass, traversare la Conca del Principe, Grasleitenkessel, salire al Passo Principe, Grasleitenpass, e ritorno. Viveri: una borraccia con l'acqua dell'Alpe. Note particolari: in solitaria senza solitudine.

    Una variente più alpinistica sarebbe quella di ritornare scendendo al rifugio Bergamo, per poi risalire all'Alpe di Tires, Tierser Alpl, attraverso la via attrezzata del Buco dell'Orso, Bärenfalle. Purtroppo è diversi anni che non la faccio, non conosco lo stato attuale della ferrata, e non voglio correre il rischio di arrivare, scoprire che una trappola oltre che di nome anche di fatto, ossia non più agibile, e affrontare il rientro con ... la frontale !!

    Grasleitenkessel 2bis
    La Conca del Principe, Grasleitenkessel, è uno fra i luoghi più affascinanti e selvaggi che si possano trovare da queste parti. In compenso è anche fra i più ripidi che conosca. Occorre, come io spesso ripeto, scendere con le marce basse ingranate e il freno a mano tirato, se non si vuole correre il rischio di tramutare l'Abstieg (Discesa, appunto) in un Abschied (Addio) prematuro !!!!
    Malgrado sia una splendida giornata in pieno periodo estivo non vi è anima viva; mi inabisso con la sola compagnia di me stesso in un silenzio assoluto. Sull'altro versante finalmente incontro un essere umano. Una persona decisamente avanti negli anni munita di caschetto e imbrago, l'attrezzatura di chi fa roccia, che arranca con molto fatica. Lo supero agevolmente, per ora, chiedendomi se alla sua età, ossia fra pochissimo, saprò essere come lui.
    Poco dopo vengo circondato da un gigantesco stormo di corvi che atterra e permane con assoluta noncuranza a brevissima distanza dal sottoscritto. Sembra di essere sul set cinematografico del remake del film di Hitchcock, ma non vedo in giro macchine da presa.


    Grasleitenpasshuette


    Arrivato al Rifugio Passo Principe, Grasleitenpasshütte, mi rendo conto che qui invece stanno girando Quo Vadis e Ben Hur contemporaneamente. Faccio un bagno di folla e di acqua, versandone un poco dalla borraccia sulla mia testa e riparto alla volta del Passo Principe, camminando da solo in mezzo ad una moltitudine di festosi gitanti.
    Sulla via del ritorno alcune nuvole scure provenienti dal Catinaccio, Rosengarten, si affacciano minacciose. Decido di accelerare salendo verso l'azzuro che sovrasta l'Alpe, prima che queste dita nere di pioggia mi possano ghermire, trasformando la Conca ... in un catino.

    Grasleitenkessell 8

    Niente di meglio per ridare tono muscolare alle gambe dopo quasi 7 ore di Wanderung che risalire a passo di carica questo bel percorso verticale !

    Rosszahne 2

    Lasciato alle mie spalle il piccolo tratto in corda fissa mi dirigo verso la Forcella dei Denti di Terrarossa, Rosszahnscharte. Mentre la discendo avverto un rumore secco, che ben conosco, provenire dall'alto: è una scarica di sassi. In realtà si tratta di un paio di piccoli macigni che rotolano sul lato sinistro della Forcella, assai lontano dal sentiero che dovrei percorrere. Evito lo zig zag della rotta segnata e calo in verticale in caduta libera verso i pascoli dell'Alpe. Arrivato ai suoi morbidi prati mi volto: disegnato sulle roccie mi sembra di scorgere, in lontananza, un volto dal sorriso beffardo. Sono gli spiriti della montagna che benignamente mi hanno lasciato la vita, per questa volta, e saziato l'anima, come sempre.

    Grassleitenkessel 4
    GrasleitenKessel 5
    Grasleitekessel 3Grasleitenkessel 7

    domenica 21 agosto 2011

    LA MANO DI DIO / DIE GOTTES HAND

    GOTTES HAND

    La "misteriosa" mano di Dio sulla punta dello Sciliar, Schlern

    domenica 14 agosto 2011

    SCILIAR: IL GIGANTE FERITO /SCHLERN: DER VERWUNDETE RIESE

    Crollo

    Ore 08:30, 11 agosto 2011: il primo crollo, sembra si tratti solo di qualche grando sasso accompagnato da una pioggia di detriti. Ore 10:30 la seconda frana, questa volta di dimensioni decisamente più importanti. Il tutto tra le guglie del Santner (2.414 metri di quota) e dell'Euringer (2.394 m), la bocca spalancata del "sauro addormentato", come l'ho sempre chiamato. Per fortuna nessun danno nè a persone, ad animali o a cose. Cinque alpinisti, impossibilitati a scendere a causa della frana, vengo recuperati dall'elicottero del soccorso alpino. Si parla di duemila metri cubi di roccia, una inezia per le dimensioni di questo gigante, ma nessuno ricorda da queste parti, almeno a memoria d'uomo, uno smottamento di questa portata. Fino a qui la cronaca ufficiale, ora parto con la mia personale.
    Questa mattina salgo velocemente sullo Sciliar, Schlern e, poco dopo le 11:00, imbocco in discesa il sentiero dei camosci, Gamssteig, il più difficile dei percorsi dell'Alpe, "solo per escursionisti esperti" come recita il cartello che indica l'inizio del sentiero. Dopo poco i segni dell'accaduto appaiono molto chiari. Sono a qualche centinaio di metri in linea d'aria dalla frana e odo nel giro di un quarto d'ora due scariche di sassi. Andare avanti potrebbe essere pericoloso, quindi giro i tacchi e risalgo sull'altopiano. Raggiungo e scavallo il monte Petz (2.564 m ), mi porto sopra la scia provocata dal crollo, fra tracce di antiche valanghe. Non lontano vi è la Malghetta Sciliar, Schlernbödele. I bordi e i fianchi strapiombanti dello Sciliar, Schlern, sono costellati da numerose e vistose crepe, da macigni in bilico sparsi quà e là. Potrebbero cadere domani oppure fra un milione di anni, credo che nessuno possa affermarlo con certezza. Dentro queste fessure del terreno, che riparano dal vento, intanto la natura fa generosamente crescere delle distese di magnifici fiori di alta quota.
    I praticanti del wanderung alpino forse potrebbero sentire un brivido dietro la schiena ascoltando questo racconto. Per ritrovare un po' di coraggio mi viene in mente Bàrnabo, il protagonista dell'omonimo romanzo di D. Buzzati con il suo grande amore per le montagne e per la loro straordinaria bellezza

    "Non assomigliano veramente a torri, non a castelli né a chiese in rovina, ma solo a se stesse, così come sono, con le frane bianche, le fessure, le cenge ghiaiose, gli spigoli senza fine a strapiombo piegati fuori nel vuoto”.

    Crollo 2

    Crolli 3
    Crolli 4
    Crolli 5